Giorgio La Pira: Un politico santo
“Sull’orizzonte del nostro tempo spunta, nonostante tutto, la speranza cristiana. Una delle ultime riprove si ha nel meraviglioso fiorire di santità laica. Ormai lo riconoscono tutti gli studiosi della spiritualità moderna: la santità del nostro secolo avrà questa caratteristica: sarà una santità di laici. Noi incrociamo per le strade coloro che fra cinquant’anni saranno forse sugli altari: per le strade, nelle fabbriche, al Parlamento, nelle aule universitarie”.
Così Giorgio La Pira nel 1954 scriveva nella prefazione ad una sua biografia di Vico Necchi.
Non si riferiva certamente a se stesso, ma è significativo che, a poco meno di quarant’anni dalla morte, il suo processo di beatificazione stia per concludersi. Ed è proprio vero: La Pira si incontrava per le strade di Firenze e del mondo a seminare germi di pace, nelle fabbriche a sostenere gli operai sfrattati, nel parlamento come costituente e deputato indipendente della Democrazia Cristiana, nell’Università di Firenze sulla cattedra di Diritto Romano.
Personaggio singolarissimo, sempre cordiale e sorridente, era ospitato a Firenze in una cella del monastero domenicano di S. Marco, e distribuiva tutto il suo stipendio ai poveri. Eppure non visse nel nascondimento, ma divenne famoso in tutto il mondo, da oriente ad occidente, per la sua lungimirante azione politica volta a realizzare la pace tra i popoli.
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